Castello di Musso

I resti del Castello di Musso

I ruderi del Castello di Musso si trovano sullo sperone di roccia che sovrasta il paese, il sasso di Musso fu fortificato a partire dai Galli che vivevano in questi territori prima dell'arrivo dei Romani, la posizione era strategica per il controllo dei traffici diretti in Valtellina e Svizzera passando per la via Regina; oggi dell'antico castello sono visibili alcuni resti e porzioni dei muri perimetrali.

Nel XII secolo il feudo di Musso e il castello divennero possedimento della famiglia Malacrida legata al Ducato di Milano, nel 1500 sotto l'occupazione francese, il maresciallo Giangiacomo Trivulzio distrusse il castello, lo ricostruì qualche mese dopo ampliandolo e fortificandolo ulteriormente, gli fu anche concesso il diritto di coniare moneta, creando una vera e propria zecca. Il Castello di Musso era protetto da una doppia linea di bastioni, fra le mura e la montagna era presente un fossato di pali acuminati, si entrava nel castello da una strada sotterranea e da un sentiero che collegava la fortezza con il paese di Dongo.

Nel 1522, Gian Giacomo De Medici detto il Medeghino si impossesò del forte, il Castello di Musso divenne un ricettacolo di mercenari, banditi e briganti; per dieci lunghi anni insanguinarono il Lario con azioni piratesche, rapimenti, furti, imponendo dazi e pedaggi, arrivarono ad avere il controllo di buona parte del lago di Como e della Brianza.

Negli anni successivi, gli attacchi da parte dei Grigioni svizzeri al castello di Musso si fecero sempre più insistenti e assidui, nel 1532 il Medeghino firmò il trattato di tregua cedendo il Castello ai Grigioni in cambio fu graziato e nominato Marchese di Melegnano, i Grigioni rasero al suolo il Castello. Nel XVII secolo, sotto la dominazione spagnola ritornarono a Musso i Malacrida che ricostruirono solo in parte le mura del castello.

Dongo

Dongo

Tra i palazzi spicca il neoclassico Manzi oggi municipio e sede del Museo di Fine Guerra, edificio realizzato da Pietro Gilardoni, allievo del Pollak, il cui interno è decorato con affreschi della scuola dell'Appiani.

Dongo

Cucina Lariana

Cucina tipica del lago di Como

Gli agoni essiccati, detti in dialetto misultitt o missultin, erano un tempo una preziosa risorsa alimentare per gli abitanti del lago di Como, il particolare procedimento di lavorazione ne permetteva la conservazione per oltre un anno.

Cucina Lariana

Pianello del Lario

Pianello del Lario

A Pianello merita sicuramente una visita il Museo Barca Lariana, allestito in una vecchia filanda ospita oltre quattrocento imbarcazioni che raccontano due millenni di storia nautica del lago di Como, un'esposizione unica al mondo.

Pianello del Lario